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30 settembre 2005
1939 Molotov-Ribbentrop 2005 Putin-Schroeder
66 anni dopo Berlino e Mosca si incontrano nuovamente, non per decidere le sorti della Polonia, ma per aggirarne i dazi
Il settimanale "Wprost", che ha parlato al riguardo del "Patto Schroeder-Putin", ha fatto addirittura un parallelo con il Patto Ribbentrop-Molotov del 1939, che decise la spartizione della Polonia tra il Terzo Reich nazista e l'Urss di Stalin.
da:www.effedieffe.com
MOSCA - Berlino e Mosca hanno firmato, l'8 settembre scorso, l'accordo per la costruzione di un gasdotto da 1200 chilometri che porterà il gas naturale russo in Germania. Steso sul fondo del mar Baltico, il gasdotto «North-European Gas Pipeline» (NGP) ha qualcosa che non piace a polacchi, lituani e altri «amici dell'America» nella «nuova Europa»: semplicemente, li scavalca. Polonia e Stati baltici, ostili a Putin, però riscuotono dalla Gazprom (l'azienda petrolifera russa) ricchi «diritti di passaggio» perché gli oleodotti russi attraversano il loro territorio per giungere ai mercati euro-occidentali. Ora, col gasdotto che passerà nel fondo del Baltico, la Polonia filo-americana non solo perde parecchio denaro, ma perde anche importanza come potenziale ricattatrice: prima aveva in mano il rubinetto delle forniture russe alla «vecchia Europa», ora non più.
Difatti il presidente polacco Aleksander Kwasniewski ha alzato la voce. Ha deplorato che l'accordo russo-tedesco sia avvenuto «senza consultare la Polonia» (sic) e accusando Schroeder di «aver scavalcato il territorio polacco intenzionalmente». Quanto all'ex primo ministro lituano Vytautas Landsbergis, è andato oltre: ha strepitato che il gasdotto è il primo passo «verso l'alleanza russo-germanica» e il suo scopo reale è «politico: cambiare la mappa politica dell'Europa». Il ministro dell'economia Dauksys ha detto che il progetto «danneggia la sicurezza energetica degli Stati baltici». Il dispetto dei nuovi servi di Washington all'est è comprensibile. Il gasdotto è il primo risultato dei colloqui fra Putin e Schroeder tenuti l'aprile scorso; e siccome alla costruzione della pipeline provvederanno, con la Gazprom, le tedesche Basf (chimica) ed Eon (energia), vi si può vedere il primo passo della temuta integrazione economica fra russi e tedeschi.
Questa prospettiva allarma Washington e i suoi servi est-europei, che Washington aveva lanciato nel vasto progetto di isolare ed accerchiare Mosca. Varsavia ha presieduto e finanziato la «rivoluzione arancio» in Ucraina, che ha portato a Kiev una «democrazia americana» già corrotta e a pezzi, e sta tramando per un «cambio di regime» gradito a Washington anche in Bielorussia (1). Ora il ministro della Difesa russa Ivanov, parlando del gasdotto da fare coi tedeschi, ha sibilato che capisce gli allarmi di Polonia e dei Paesi baltici, ma che gli interessi di Mosca «sono alquanto diversi». Lieve ironia: il 19 agosto i Primi ministri di Polonia e Lituania hanno incontrato in Crimea i Primi ministri ucraino e georgiano, mettendo le basi per un'alleanza militare fra i loro quattro paesi, chiaramente in funzione anti-Mosca (e filo-USA). Aizzata da Washington e dai suoi neocon (2), la Polonia non nasconde la volontà di far entrare Ucraina, Georgia e una Bielorussia «democratizzata» nella NATO, ossia sotto il tallone americano.
Fra l'altro, la Polonia vuole fare un oleodotto Odessa-Danzica per portare il greggio del Caspio attraverso Ucraina e Georgia: un progetto costosissimo il cui unico senso è tagliare fuori Mosca. Ora, l'accordo di Putin con Schroeder disturba tutto questo. Anche il gasdotto NGP sarà molto costoso. Evidentemente la scelta deliberata di Schroeder è politica: è notevole il fatto che si sia trattato di un accordo bilaterale, senza coinvolgimento dell'Unione Europea: un colpo all'integrazione eurocratica alla Barroso e Solana, anche loro filo-americani. Washington contava sulla vittoria della Merkel per mandare all'aria questo progetto. In ogni caso, è difficile che il gasdotto, ormai deciso, venga annullato per un cambio di governo a Berlino (3).
Maurizio Blondet
Note 1) Il luglio scorso Lukashenko, il dittatore della Bielorussia, ha accusato la Polonia di tramare per destabilizzare il suo Paese. Varsavia ha risposto espellendo l'ambasciatore bielorusso. 2) I ministri polacchi sono regolarmente ospiti, a Washington, dell'American Enterprise, il think tank di Paul Wolfowitz, Richard Perle e Michael Ledeen. 3) Federico Bordonaro, «German-Russian pipeline plans upset neighbors», ISN Security Watch, 28 settembre 2005.
| inviato da il 30/9/2005 alle 23:48 | |
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30 settembre 2005
se mai ce ne fosse stato bisogno
poco a poco la verità viene a galla
LONDRA Scotland Yard ha mentito sul brasiliano ucciso
I familiari di Jean Charles de Menezes, l'elettricista brasiliano ucciso in metropolitana il 22 luglio da agenti di Scotland Yard, hanno visionato il fatto nei filmati delle telecamere e si sono detti «costernati»: il loro congiunto è stato ucciso «come un cane malato». Il primo giorno, Scotland Yard dichiarò che Jean era stato bloccato perché scappava ed era imbacuccato in un grosso cappotto sospetto.
| inviato da il 30/9/2005 alle 22:47 | |
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30 settembre 2005
Anche io voglio Zapatero al governo
Solo che il nostro Zapatero (il mortadella ) non vale un cazzo ne come uomo ne come politico
NEL 2005 SBARCHI RADDOPPIATI SULLE NOSTRE COSTE Immigrati, la grande evasione Già tremila le fughe dai centri di accoglienza
ROMA. Dall’inizio dell’anno già 16 mila i clandestini arrivati in Italia: il doppio rispetto allo scorso anno. Gli sbarchi sono raddoppiati, sono tremila le evasioni dai centri di accoglienza. Proteste per le scarse risorse, mentre 5 mila sono stati espulsi e altrettanti lo saranno nelle prossime settimane. Il bollettino degli arrivi di ieri è impressionante. Altri 300 clandestini sono stati intercettati ieri sera. In tre giorni ne sono arrivati oltre 800 solo a Lampedusa, dove è vera emergenza: ieri mattina il Centro di accoglienza ospitava oltre 500 irregolari, quasi tre volte la capienza ufficiale.
| inviato da il 30/9/2005 alle 22:2 | |
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30 settembre 2005
Spagna Si ai gay No ai clandestini.........
MAROCCO Morti 5 immigrati nell’assalto al confine spagnolo
Tragedia alla frontiera che separa l'enclave spagnola di Ceuta con il Marocco. 4 immigranti sono morti e più di un centinaio sono rimasti feriti, mentre 500/600 clandestini sub-sahariani tentavano di scavalcare le barriere per entrare in territorio spagnolo. Secondo Medici senza Frontiera, una delle vittime era un neonato.
Madrid - Il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha inviato ieri un piccolo esercito di 500 soldati a difesa dell’ultimo “muro” d’Europa, quello che in territorio africano protegge le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla dopo che una nuova ondata clandestini subsahariani ha provocato cinque morti e un centinaio di feriti e spinto lo stesso Marocco a distaccare migliaia di agenti alla frontiera.
| inviato da il 30/9/2005 alle 21:34 | |
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30 settembre 2005
Prendevano soldi sui fallimenti Sindacalisti in cella
I sindacati hanno sempre detto di fare gli interessi degli operai, in verità hanno sempre e solo fatto i propri, meglio quelli del segretario del momento, o peggio hanno salvaguardato l'interesse dei padroni.......Ora presi con le mani nel sacco finalmente vanno a finire nell'unico posto che gli compete le patrie galere

Hanno preteso del denaro per contribuire a far naufragare delle aziende: con questa accusa due sindacalisti di Asti sono stati arrestati su richiesta della procura. L'ipotesi di reato è estorsione. Il provvedimento, eseguito ieri da polizia e guardia di finanza, ha colpito l'ex segretario provinciale della Cgil, Fausto Cavallo, 48 anni, e l'ex segretario provinciale della Fiom, Antonio Serritella, 46 anni. L'inchiesta del procuratore Sebastiano Sorbello riguarda le vicissitudini di due ditte astigiane, la Ib-Mei (motori elettrici, 240 dipendenti) e la Trust Plastron (componenti e sottogruppi plastici, 118 dipendenti). La prima è già al centro di un procedimento che ha portato a ventidue iscrizioni nel registro degli indagati: la tesi è che il fallimento sia stato pilotato per convogliare le lavorazioni sulla spagnola Fme, e per questo nel fascicolo si contesta anche l'associazione per delinquere. I due sindacalisti sono indiziati di avere preteso un compenso in denaro per garantire il loro impegno nell'attivazione della cassa integrazione per i dipendenti. L'episodio risale al 2003 e 2004. Il guadagno (sia per Cavallo che per Serritella) avrebbe raggiunto i 40 mila euro, ai quali se ne sarebbero aggiunto altrettanti, promessi dal direttore Egidio Di Sora, se non fossero intervenute le forze dell'ordine.
| inviato da il 30/9/2005 alle 20:56 | |
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